Rientro al lavoro

Mercoledì scorso sono tornata al lavoro. Non pensavo di conoscere così tante persone: molti colleghi sono famosi per incontrarti nel corridoio e non rispondere al cordiale buongiorno. Eppure ho passato quasi tutto il giorno in affettuosi scambi di bentornata. Questo ha decisamente agevolato il rientro.

Ero uscita la mattina presto salutando Edoardo con le lacrime agli occhi. Il piccolo in preda ad una feroce influenza aveva contaminato anche il padre che, mai malattia è arrivata a proposito, è rimasto a casa permettendomi di riaffacciarmi nel mondo del lavoro. Una squadra di nonni si è attivata per soccorrere il prode Procione che si è rivelato invece un eccezionale mammo asciutto.

Insomma questi tre giorni di lavoro sono stati pesantissimi a livello emotivo, ma sono serviti a tutti e tre per cambiare il punto di vista.

PS: a grande richiesta pubblico una delle foto dei due addormentati…. purtroppo non scattata quella sera.

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Elogio al padre

Notte. Edoardo piange. Mamma si alza, lo coccola e lo prende in braccio. Il piccolo si addormenta. Ma dopo un quarto d’ora la storia si ripete. Così per tutta la notte.

Al mattino Edoardo ha la febbre. Mamma è sfinita dal sonno perso. Passa la giornata e torna la sera.

Ore 00.30 Edoardo riprende a piangere. Il prode Procione si alza. Con gesti sicuri prende tra le braccia il piccolo. Mi guarda e mi impone di rimanere a letto dicendo:”Non hai dormito la scorsa notte, ora ci penso io”. Io mi addormento.

Ore 5.20. La luce ancora accesa. Procione non c’è vicino a me. Vado in salone e trovo i miei uomini addormentati sul divano. Che bella immagine. L’ho fotografata tante volte. Li amo immensamente. Decido ti portarli a dormire.

Procione, sei un mitico padre!

Volo radente

La seconda settimana di inserimento si è conclusa giovedì scorso con una bella influenza: febbre e nasino completamente chiuso con relativa bocca aperta che gli dava una espressione un po’ ebete.
Sabato ormai sfebbrato e iperattivo il piccolo si è cimentato nel primo volo dal lettone. Sono convinta che lui pensasse di aver fatto un grande passo per l’umanità, ma vista mamma piangere, è scoppiato a piangere anche lui.
Lo so… non si deve mai urlare… ma chi ci è riuscito mi spieghi come ha fatto a mantenere il sangue freddo.

Comunque il risultato è stato solo un bel bernoccolo. La caduta fortunatamente è stata di soli 15 cm grazie alla passione di mamma e papà per i letti bassissimi.

Lunedì di nuovo nido…. e questa volta la settimana è iniziata bene… con motivazione… continua a guardarsi intorno attonito quando scende dalla macchina… ma poi il sorriso della maestra (Francesca anche lei) lo convince subito che non c’è pericolo.

Ora sono più tranquilla… mercoledì 24 ricomincio a lavorare… e forse non sarò tanto depressa.

Gusti musicali

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Edoardo ha una nuova passione musicale: gli Scissor Sisters.
Hanno soppiantato Erykah per le ninne in macchina, ma essendo più grande a volte sembra tenga il tempo.

Sarebbe interessante sapere con quale musica i nostri genitori ci addormentavano.
Io e i miei fratelli siamo cresciuti a base di jazz anni 30/40, il Procione pare si addormentasse con gli Intillimani.
E voi?

Bilancio

ovvero secondo, terzo e quarto giorno al nido.

Ebbene Sara non si è più vista ma in compenso un certo Federico di mesi 12 ha preso di mira il piccoletto. Ieri ha cercato di togliergli dalle mani un giocattolo, oggi voleva direttamente passare alle mani. Edoardo, che fino ad allora si era comportato benissimo, con grande gioia delle maestre, ovviamente è scoppiato a piangere.

Da lunedì si passa alla pappa fuori casa… e speriamo che torni Sara così i maschietti si consoleranno con lei o si azzufferanno per lei.

Primo giorno

Erano giorni che mi preparavo per questo evento. Ed ecco arrivato il primo giorno di inserimento al nido.
Cercando di dissimulare l’emozione ho consegnato Edoardo nelle esperte mani della maestra. Lui da bravo ometto ha giocato sul tappetone, ha fatto amicizia con una bimbetta, certa Sara, e poi dopo un’oretta di indipendenza ha accennato una lacrima. Lo hanno subito riportato dalla sua mamma che non vedeva l’ora di riabbracciarlo.

Domani è un altro giorno.