Ci vuole un fiore

E’ sera: porto Edoardo a letto per fare le ninne. Inizio a cantargli la ninna nanna: “Per fare un tavolo ci vuole…”. Edoardo comincia a smaniare e stizzito scende dal letto. Io resto al mio posto, sdraiata. Lui percorre tutta la casa, arriva in salone, si arrampica sul divano, prende il libro (Ci vuole un fiore) e me lo porge fiero. Riprendo a cantare, stavolta sfogliando le pagine. Dopo la decima volta finalmente cede al sonno.

Spesso mi chiedo se questo entusiasmo per la lettura gli resterà. Lo spero: così i “geni lettori” non andranno persi.

Pappa, ninna, gioco non sempre in quest’ordine

In questa settimana di intensa vita insieme ho potuto godermi Edoardo nelle sue scoperte quotidiane.

In questi giorni dovendo farlo bere molto, l’acqua era sempre a portata di mano: così ora quando ha sete non chiede più ma prende il biberon con l’acqua. Per il cibo invece chiede in modo puntuale, indicando il posto dove è conservato: fetta biscottata al mattino, frutta a merenda. Se mi vede cucinare capisce che si tratta di possibile pappa e ne vorrebbe un po’. Quando è ora di pranzo o cena cerca di arrampicarsi sul seggiolone.

Questi giorni poi è particolarmente famelico forse perché dopo 4 giorni di inappetenza probabilmente vuole recuperare e mangia qualsiasi cosa.

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Oggi per esempio mentre tagliavo la cipolla ha voluto assaggiarla, così cruda. Che schifo almeno con un po’ di fagioli! Due giorni fa con i peperoni ripieni al tonno che avevo per il mio pranzo…. non c’è stato niente da fare, un pezzetto l’ha dovuto provare.

La madre integerrima, rigida sui pasti e sugli spuntini che cerco di essere comincia a vacillare… il carattere di Edo comincia a delinearsi… quando vuole una cosa la ottiene quasi sempre… e i famosi “no che aiutano a crescere” si fanno sempre più difficili da dire. Ma resisterò.

La cosa spassosa è quando gli dico di rimettere a posto gli oggetti che ha raccolto per la casa: lui mi guarda, ci pensa un attimo e poi li rimette più o meno dove li ha trovati. Ovviamente non tutte le volte ma spesso. Se sente la sigla dei suoi cartoni animati preferiti corre e applaude.

Che dire di quando mentre racconta qualcosa scoppia a ridere… Non vedo l’ora che parli correttamente, allora saranno guai. Intanto legge molto.

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Ora mentre scrivo mi sta chiedendo un po’ di ninne… quando è molto eccitato non riesce a rilassarsi e ha bisogno di un po’ di aiuto. E’ dalle 7.00 che non fa che mettere a soqquadro la casa che ormai è una infinita sala giochi: ci vorrebbero un po’ di ninne anche per me.

Vado!

Come le ciliege

Ci risiamo! Siamo appena usciti da una bella bronchite ed ecco riaffacciarsi ad un’altra patologia. Come le ciliege una malattia tira l’altra.

Ieri, domenica, la giornata è iniziata alle 6.40 con una bella vomitata di Edoardo a base di latte e parte della cena della sera prima.

Poi la giornata è filata più o meno liscia fino a quando abbiamo deciso di fare una passeggiata al parco. Edo scende dalla macchina e ci risiamo.

Come sempre avviene dopo che ci si è liberati sembra che non sia successo niente e tutto torna alla normalità. Ma al rientro a casa un’altra onda si abbatte stavolta sul pianerottolo.

Normalmente una persona quando ha la nausea, o comunque è imbarazzato, tende a non mangiare. Non Edoardo, che ieri sera continuava a guardarmi chiedendomi cibo. L’ho mandato a letto con una blanda minestrina che mi è stata riproposta alle 1.40 di questa mattina.

E poi alle 8.00 finalmente una bella diarrea per iniziare la giornata. Ovviamente è gastroenterite, provenienza nido?

Domenica al parco

edo-e-la-capra.jpgDomenica abbiamo portato lo gnappo alla Fattoria degli animali. Insieme a Gaia, una meravigliosa bimbetta della stessa età di Edo, abbiamo fatto questa esperienza bucolica.

Il posto è carino, per niente squallido come spesso accade con gli zooparchi, almeno quelli che ricordo della mia infanzia. Gli animali sono tenuti bene e godono dell’ombra della pineta di Castel Fusano.

Molto carina la zona carezzazoo dove i bambini possono accarezzare galline, maialini, conigli, caprette, e imparare così a non aver paura degli animali e soprattutto a rispettarli.

Abbiamo capito che Edo e Gaia potrebbero essere una bella coppia dal livello di terra che li ricopriva alla fine della giornata. Incredibilmente gli animali risultavano più puliti di loro.

Asilo nido: riprova sarai più fortunato

E’ proprio vero il buongiorno si vede dal mattino.
Abbiamo scelto per Edoardo un nuovo nido dove trascorrerà le sue giornate quest’inverno. Purtroppo lo scorso anno non eravamo riusciti ad iscriverlo in questa struttura e, con sommo dispiacere, ci siamo rivolti a qualcosa di più tradizionale. Tanto tradizionale che, se qualcuno ricorda, avevano delle idee un po’ rigide sulle tappe evolutive di un bambino. Comunque non tutto sembrava orribile allora: le maestre erano affettuose e presenti. Avevano fatto delle attività insieme. Ma felice come lo vedo ora non lo è mai stato.

Da lunedì corso stiamo facendo l’inserimento nel nuovo nido e tante sono le cose che ci hanno convinto di aver fatto la scelta giusta. L’ambiente è allegro e a misura di bimbo (mangiano tutti sulle sedioline attorno ad una coloratissima tavola rotonda). E oggi lo abbiamo trovato in giardino a giocare. Ieri hanno colorato insieme. A pranzo li incoraggiano a mangiare da soli. Proprio come si prova a casa. E questo penso sia il segreto: lasciarli liberi di esprimersi e di evolversi secondo i loro tempi. Lo so che sembro ripetitiva, ma è proprio una cosa che non sopporto la gara a chi fa prima a fare qualcosa. Ci sarà tanto tempo per dover competere bisogna per forza farlo anche mentre si sta crescendo?

Insomma il rapporto tra maestre e alunni è 4:1 contro i 6:1 (che spesso diventavano 10). L’ambientazione è incantevole: un piccolo casale in un parco. Tutto il personale è sorridente e gentile e soprattutto risponde quando li saluti (non continuano a parlare facendo finta di non averti visto). Sembrano tutte stupidaggini ma fanno la differenza quando la mattina lasci tuo figlio nelle mani di estranei.

Parole, parole, parole

Il ragazzetto ha cominciato ad esprimersi un po’ più chiaramente. Ecco che, con intonazioni diverse, pronuncia mamma per indicare qualcosa, informarmi su ciò che accade intorno o esprimermi tutto il suo amore.
Poi Pappa, la sua parola preferita, visto anche il suo inesauribile appetito. Bau per indicare animali, aerei o aquiloni e Bau Bau per i cani. Nonno e Nonna, si spiegano da soli. Parpe per scarpe, quando vuole scendere dal passeggino e camminare. Palla, da qualche giorno il suo giocattolo preferito. ..Tte per latte. E poi Bello, Bella, ..Duto quando fa cadere qualcosa (caduto).

Prossimo passo: una conferenza.

Lo guardo crescere spiando da dietro l'angolo

E’ affascinante guardarlo mentre gioca e parla con i suoi giocattoli: con il suo omino rosso, un incrocio tra Cipputi e super Mario, il leone e l’elefante. E poi il tubo della crema (anti-arrossamenti) che brandisce come una spada. L’ha conquistata qualche giorno fa mentre eravamo in visita dalla pediatra e non l’ha più lasciata. Anche la scatola delle salviettine non è niente male: si apre spingendo un bottone e poi si può chiudere, e aprire, e chiudere… all’infinito.

Mi dispiace di non aver più tempo per godermi ogni sfumatura, ogni attimo della sua crescita. Ma forse, ed è sicuramente solo una consolazione, se lo avessi sotto gli occhi 24 ore su 24, non apprezzerei tutto questo. Sfuggirebbero dettagli tanto teneri e magari mi sembrerebbero solo capricci: come i sorrisi ammiccanti per avere un’altra fetta biscottata.