La resa dei conti

Ci siamo lasciati in attesa di ricevere una lettera di risposta dalla coordinatrice scolastica. Ebbene l’abbiamo ricevuta e non c’era scritto altro che quello che ci aspettavamo. La colpa è delle maestre che ovvieranno al problema.

Si perché di questo si tratta di un problema. Quando qualcuno non si uniforma alla massa è un problema. Ma facciamo un passo indietro.

Il giorno dopo la consegna della lettera alla coordinatrice c’è stato un incontro per parlare del POF (Piano di offerta formativa), durante il quale la coordinatrice ci ha chiesto di aspettare una risposta scritta e di non parlare pubblicamente degli argomenti della diffida. Le maestre di Edo sono cadute dalle nuvole, recitando male la parte di chi non era al corrente.

Finita la riunione in cui peraltro non è stato per niente trattato del POF ma solo ripetuto all’infinito il concetto di partecipazione attiva e collaborazione dei genitori con gli insegnanti e la scuola, le maestre ci hanno chiamato da parte e ci hanno parlato delle problematiche di Edoardo.

Premetto che era il 22 di settembre quindi 10 giorni dall’inizio della scuola. Ci hanno parlato di un bambino con grossi problemi: gioca troppo a fare il dinosauro, non sa disegnare, non è prescolarizzato. Sta seduto ci ascolta ma non basta. Il suo modo di parlare è da piccolo (ha un po’ di zeppola come quella di Vendola per intenderci), i suoi disegni non sono “normali”. Sarà molto difficile fargli raggiungere il livello degli altri.

Insomma un bambino con problemi di sviluppo. Ci consigliano addirittura di buttare tutti i suoi dinosauri e animali, perché ritengono che sia una fissazione patologica.

Grandi educatrici in questa scuola, vero? Soprattutto vi immaginate un bambino che dall’oggi al domani si trovi senza più i suoi giocattoli?
Andiamo via dalla riunione un po’ pensierosi senza reagire esageratamente.

Poi un raggio di sole all’improvviso. Una mattina mi chiamano da una scuola statale e mi dicono che Edo è salito in graduatoria e c’è posto per lui. E’ la scuola dove avremmo voluto mandarlo da subito. Cogliamo l’occasione al volo e lo spostiamo.

Dal 1 ottobre Edo è nella nuova scuola e da subito notiamo la differenza. Tutti al mattino ti sorridono, le maestre e il personale non docente.

Dico alla sua maestra che Edo non ama molto disegnare e lei mi dice di non preoccuparmi. Parlando con lei in seguito mi ha detto che Edo ha una fantasia al di fuori del comune, difficile da imbrigliare, e una intelligenza vivace. Magari fossero tutti così… la sua passione per i dinosauri è emersa e anche quello non è un problema. Tutti i bambini hanno delle passioni.

Quando le ho raccontato della precedente esperienza e della interpretazione dei disegni lei mi ha detto che solo una psicologa che conosca bene bambino e famiglia può (?) dare la giusta interpretazione. Certo non dopo così poco tempo.

E con la religione? Qui purtroppo grazie ai tagli l’ora alternativa non c’è ma Edo passa il suo tempo a disegnare e a giocare con una bambina musulmana vicino alla sua maestra. Forse se anche gli altri genitori (e ce ne sono) mantenessero il punto sulla la scelta di non avvaltersi dell’ora di religione probabilmente qualche soldino per una attività alternativa si troverebbe.

E Edo? E’ tornato il bambino sereno e caciarone di sempre e questa è la più grande vittoria.

Liberi di…

 Come già anticipato quest’anno Edo ha cambiato scuola per frequentare l’ultimo anno di materna alla scuola dell’infanzia comunale. Ha lasciato tutti i suoi amici e le sue maestre. In più mamma e papà per ora sono tornati a lavorare in sede e passano tre ore per 90 km sul raccordo anulare prima di poterlo rivedere. Per lui abituato a essere portato e preso dai genitori è stato una bella batosta.

I primi giorni c’è stato l’inserimento, un giorno uscita alle 12.30, un altro alle 14.30 poi finalmente l’orario normale alle 16.30. I nonni paterni sono un valido sostegno nel riprenderlo a scuola, mentre la mattina lo accompagnamo noi e lo lasciamo senza problemi.

Domenica ho festeggiato dai miei genitori il mio compleanno (in anticipo di un giorno, sob) e mentre ci apprestavamo a fare il brindisi, Edo ha insistito per farlo lui.
Ci ha chiesto di stare in silenzio poi ci ha guardato serio serio ed… è scoppiato in lacrime. Abbiamo cercato di capirne il motivo, mentre lui continuava a scusarsi disperato che non si ricordava l’inizio. Dopo qualche momento di imbarazzo alla fine ha concluso augurando buon appetito.

Siamo rimasti attoniti da tanto sconforto ma nonostante qualche dubbio, abbiamo lasciato correre. Lunedì torna a scuola e la sera restiamo a cena dai nonni paterni per rifesteggiarmi ed ecco di nuovo la richiesta di brindisi. Ma più sicuro di se e della formula ormai memorizzata ci ordina:

Alzate la mano destra, l’altra sul cuore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.  Signore benedici il cibo che stiamo per prendere. Fa che non manchi mai a nessun bambino. Grazie Gesu. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.  Buon appetito.

Il silenzio è sceso nella stanza. Noi abbiamo scelto di non avvalerci dell’insegnamento della religione e la scuola è pubblica non gestita quindi da religiosi. Siamo venuti a scoprire che questa preghiera, che Edo è convinto sia un brindisi, viene fatta dire a tutti i bambini di ogni religione ed età tre volte al giorno. Ovviamente siamo in presenza di un vero indottrinamento e direi anche abuso della libertà.

Penso che non sia etico far partecipare ad un rito confessionale bambini che non conoscono neanche il significato delle parole che pronunciano. Senza spiegargli nulla li rendono blasfemi. Qualcuno non è battezzato per scelta dei genitori o perché appartenenti ad altre religioni.

La cosa grave è che non sono stati informati i genitori dell’applicazione di questo rituale. Oppure se lo hanno fatto molti genitori si sono arresi per evitare di isolare e quindi far discriminare i figli
Noi abbiamo scritto subito alla dirigente scolastica chiedendogli spiegazioni comunicando l‘illegalità della cosa.

Siamo stati fermati dalle maestre che hanno giustificato questa preghiera come momento di comunione tra i bambini. Alla mia domanda se gli altri genitori fossero d’accordo mi hanno detto si perché anche i bambini di altre religioni partecipano alla recita di Natale sul presepe… peccato che la recita preveda una finzione, la preghiera no.

Aspettiamo la risposta scritta della dirigente e del consiglio scolastico.

Forse perderemo o forse no.
Ricordiamoci ogni tanto di rispolverare la Costituzione e cominciamo a difendere i nostri diritti.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. […]
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. […]
Art. 19.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. […]

 

 

Di che mostro sei?

Il bellissimo e godibilissimo “Monster e co.” insegna che ogni bimbo ha il suo mostro ma anche che i mostri possono essere buoni ed eroici.

Io non ricordo il mio mostro ma sicuramente la mia paura principale: il buio. Con un po’ di vergogna ammetto che questa fobia è andata oltre l’adolescenza.

Veniamo ad Edoardo. Fino a qualche tempo fa non aveva paura di nulla, poi ha iniziato con il buio, poi all’improvviso è comparso un mostro.

All’inizio non gli avevamo dato peso, cercando di consolarlo e dargli dei consigli di difesa tipo nascondersi sotto il lenzuolo dove si sa nessun mostro può trovarti.

Per nostra abitudine non prendiamo mai in giro Edoardo quando esterna i suoi sentimenti. Come non lo faremmo con un adulto. Brutto vedere quei bambini derisi dai genitori o dai nonni quando balbettano qualche concetto astruso. Cerchiamo sempre di immedesimarci.

Ma come fai a restar serio quando tuo figlio ha paura de “l’ippopotamo che canta”.

La cosa che lo terrorizza maggiormente è proprio la canzone “The lion sleeps tonight”‏ che lui definisce la canzone dell’ippopotamo che canta.

Non ha paura dell’ippopotamo in quanto animale ma proprio di Pat, l’happy hippo della pubblicità. Sarà la sagoma, la mimica, quella bocca larga con i denti in vista… non so proprio cosa lo terrorizzi. Ma è vero terrore tanto che qualche giorno fa a scuola ha avuto un vero attacco di panico con lacrimoni e singhiozzi, finito solo quando, finalmente, le maestre hanno spento la musica.

Se vai ad indagare lui ti dirà che è feroce, vuole mangiarlo, che si nasconde nelle ombre, nelle tenebre. Usando proprio questi termini da film horror. Tanto che a volte quando si guarda alle spalle un po’ ho paura anche io.

E pensare che da piccolo lo adorava, aveva una vera ossessione per “Poppo ti canta“!

 

Checklist

E’ da maggio che non aggiorno e non che di cose non ne siano successe. La vita di un cinquenne è frenetica, eccessiva nelle scoperte. Un genitore cerca sempre di arginare le continue richieste e soddisfare qualche desiderio.
Così, per esempio, Edoardo ha festeggiato il suo compleanno al Bioparco di Roma, con i suoi amichetti storici, quelli che con lui hanno vissuto gli anni del nido e della materna. A settembre purtroppo si disperderanno per frequentare l’ultimo anno di scuola dell’Infanzia alle comunali.

Non riesco a parlare della sensazione di abbandono e di dolore che proviamo pensando di lasciare le maestre e i compagni e tutta la comunità de L’Emilio. Per ora Edo continua a frequentare approfittando del centro estivo e procrastinando a settembre il possibile trauma.

Siamo andati a conoscere la nuova scuola, strutturata meravigliosamente, con orto e forno a legna per far preparare il pane ai bimbi, laboratori di teatro, musica e chi più ne ha più ne metta (ma lui non è nuovo a tutte queste attività, ndr) ma poi parli con la sua futura maestra che vuole dei bambini già scolarizzati, lei dice con le basi! Ma quali basi? Fiera con il fischietto al collo si vanta di mettere in riga tutti con la forza dell’amore…  Ed io non faccio che pensare al sorriso e al calore delle maestre che lascia. Ma non voglio essere catastrofista.
Perché non rimanere allora? Perché grazie ad una situazione lavorativa precaria potremmo trovarci in condizione di non poter pagare il conto della scuola… e poi è l’ultimo anno prima delle elementari, tutti i suoi compagni vanno via… questa è tra le scuole comunali meglio organizzate e “illuminate” che ci spetta come bacino d’utenza… insomma un passo dovuto.

Ma torniamo a Edoardo.

Quest’anno tra le lezioni aperte si è organizzata la messa in scena di uno dei lavori del laboratorio di teatro. Da gennaio si sono concentrati solo su una storia e l’hanno portata in scena. Eccolo mentre interpreta il Drago.

Ma c’è stata anche la tradizionale Festa di Primavera, con la gara di torte, la distribuzione dei lavoretti di fine anno, il lancio dei palloncini per salutare i bimbi che lasciano la scuola, e la proiezione del filmato montato dalla maestra Rossella per ricordare i passi dei nostri pargoli e dirci “addio” tra lacrime e sorrisi.

Memorabile la performance organizzata a sorpresa: un waka waka di eccezione con i bambini in canotta e bermuda e le bambine in top e gonnellina… esilaranti  e commoventi nella loro serietà di ballerini.

Dicevamo della festa al Bioparco… una giornata bella con un buffet mammamade e l’idea della torta muffin (una matrice di muffin bianchi e neri a formare un 5), la visita guidata tra gli animali, il carezzazoo con un insetto stecco e un furetto, e tanta libertà di movimento.

Poi le gite scolastiche e quelle con i genitori. Tre giorni a Sperlonga Edo, mamma e le sue amiche ortolane. La giornata a Zoomarine con Gioele, il suo amichetto preferito, anche lui appassionato di animali e dinosauri.

La nota negativa? Dal giorno di Zoomarine le giornate sono accompagnate dal jingle della pubblicità e dalla ripetizione del promo che Edo ci propina in maniera ossessiva.

Ora aspettiamo le vacanze, anche quest’anno montane, anche quest’anno in quel di Bressanone. Domani intanto si va in gita con la scuola alla caserma dei vigili del fuoco a Ostia.

Spero di non aver scordato nulla… a presto per i prossimi aggiornamenti e buone vacanze a tutti. Noi dobbiamo aspettare ancora fino a fine agosto.

Auguri mamma!

Quando è il momento della consegna dei lavoretti l’orgoglio dei genitori è sempre alto… Poi se capita che, con pochi tratti, abbia colto proprio come sei, allora la lacrima la fa da padrona.

Ad offuscare la gioia il dubbio che quel “fa sempre” sia riferito alle mie fughe per l’orto, ma resta sempre la speranza che le presenze siano di un livello tale da far dimenticare le assenze.

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Esplosione creativa

Edoardo è un bambino dalla facile dialettica. Ti racconta nei minimi dettagli ogni esperienza, film, sogno che lo colpisce. Ma se si tratta di disegnare allora non se ne parla. Da buona madre paranoica ho pensato di tutto. Ovvio il confronto con i suoi compagni di scuola. Tutti i bambini disegnano. Così mi hanno sempre detto. Ma anche no.
Forse l’approccio scolastico quest’anno poi non è stato dei migliori. A quattro anni e mezzo qualche regola bisogna pur darla e le attività didattiche ti costringono in recinti che non sempre vengono accettati da tutti i bimbi. Sicuramente Edoardo è uno di questi, e alla richiesta di disegnare una casetta, un albero, cosa mangi a colazione, la risposta grafica è stata spesso nulla. Con una giustificazione tipo: non sono capace.
Poi è successo qualcosa.

Qualche giorno fa ha fatto il ritratto dei nonni, e ha continuato nelle giornate di cattività per la varicella (perchè dopo l’incidente anche l’esantematica ci mancava, ndr) a disegnare mostri e dinosauri.
Il cuore di mamma e papà si è riempito di orgoglio.
Per noi sono bellissimi.

Lacrime e sangue

Domenica sera, pronto soccorso. Mi fanno entrare accompagnata da una guardia giurata. Percorro un corridoio e in fondo una barella… a fianco un papà con il collare rigido.
Non si vede chi c’è sulla barella. Le lacrime pronte, un groppo alla gola.

Federico mi guarda e con la mano mi fa cenno di stare calma. Poi il visetto, deformato dai lividi. E gli occhioni pronti a piangere. Ma ha promesso al papà di farmi coraggio. Lo abbraccio e lui mi fa le coccole.

Edoardo e Federico hanno avuto (il 16 gennaio) un incidente sull’autobus.
Una brusca inchiodata li ha fatti volare in aria. E la caduta è stata dolorosa.

Ma fortunamente niente di rotto.