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Cena di blogger a Dragoncello

Ieri sera abbiamo avuto il piacere di avere Jazzer a cena a casa nostra, complice una sua trasferta a Roma per lavoro.
Ha partecipato con sonnolento entusiasmo anche Edoardo che sopraffatto dalla curiosità non ne ha voluto sapere di addormentarsi.
Francesco é molto simpatico, gia mi piaceva come blogger ed è stato bello conoscerlo di persona.
E’ stata una serata piacevole che mi piacerebbe ripetere.
Purtroppo niente foto: distratto da cibo e chiacchiere me ne sono dimenticato.

p.s.
Edoardo ringrazia Jazzer, Graziella e Lorenzo per il giochino, mamma e papà per il pan del doge (buonissimo).

Mamma avvisata, mamma rassegnata

pappaedo.pngMi avevano avvisato! Oggi mentre si nutriva voracemente di pappa a base di passato di verdure, manzo e crema di riso, il tutto diluito in brodo vegetale, ha cominciato a fare le pernacchie.

Dopo avermi spruzzata di pappa verde però mi ha rassicurato con una carezza. La sua stupenda manina si è avvicinata e solo troppo tardi mi sono accorta che era ricoperta di altrettanta pappa.

Avevo letto su una rivista che il momento della pappa è molto delicato e la mamma deve essere molto paziente… consigliavano di dare un po’ di pappa al proprio bambino per farlo familiarizzare con la nuova esperienza…. il consiglio mi aveva lasciato decisamente basita, oggi ho capito: non potrò più avere un bambino immacolato come quando era solo un poppante.

Madri assassine

Chi non ha mai avuto paura di diventare una madre assassina? Quando sono rimasta incinta la prima cosa che mi è venuta in mente, dopo la grande gioia provata, è stata la paura di andare in depressione post-partum e commettere qualcosa di irrimediabile.

In questi giorni non si è fatto che parlare in modo ossessivo di madri che uccidono i propri figli. Le notizie su questo argomento è vero sono cicliche, ma ora che sono madre mi colpiscono ancor di più.

E proprio ieri a 28 minuti, la trasmissione su Radio2 di Barbara Palombelli, sono stati presentati due libri: “Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto” di Concita De Gregorio e “Madri assassine” di Adriana Pannitteri.

Mentre ascoltavo pensavo a quando è nato Edoardo, quando me lo hanno messo sulla pancia, la prima volta che l’ho attaccato al seno. E poi a tutti i suoi progressi in questi sei mesi. Ci siamo spesso chiesti come si possa arrivare ad uccidere il proprio figlio. Basta un attimo…. irreparabile appunto.

Ogni volta che il nostro bimbo piange, urla, strepita, all’apparenza per nessun motivo… non ci fa dormire o non ci fa fare in generale, fermiamoci a ricordare…

Poi lui sorriderà e noi lo ameremo più di prima.

Frammenti di pomeriggio

Alla radio una canzone di Alanis Morissette, alla finestra un cielo pieno di nuvole incorniciate dal sole, e tra le mie braccia Edoardo, spossato dopo la poppata. Per un attimo il tempo si è fermato. E mi è tornata la voglia di dipingere.

dopolapioggia.jpg
Dopo la pioggia – 1988 (Tempera su tela 70×40)

Dosaggi

Dicevo: l’altro giorno Edoardo ha fatto il richiamo dell’esavalente e dell’anti-pneumococcica. E ovviamente come reazione ha avuto la febbre. Ieri mattina, dopo una nottata passata a misurare la febbre e a cercare di far ingoiare a Edo la tachipirina (solubile in acqua), mi reco in farmacia per acquistare le supposte di Tachipirina.
La farmacista:”Signora ma è sicura che può dare a suo figlio il dosaggio da 125mg?”.
Io:”Ma non so. Ho letto sul foglietto illustrativo che per un bimbo di meno di un anno va data mezza bustina. Forse una supposta è troppo? Mi dica lei”.
La farmacista mi consiglia di acquistare l’Efferalgan da 80mg perché sicuramente l’altro dosaggio è troppo alto.

Torno a casa e infilo la suppostina a Edoardo.
La febbre comincia a scendere ma lentamente e continua ad oscillare, avvicinandosi sempre più ai 38°.
Telefono alla pediatra che mi rassicura e mi dice di mettergli una supposta di Tachipirina 125mg appena la febbre supera i 38,5°. Io le racconto che ho messo la supposta da 80mg e lei ovviamente mi cazzia perché il dosaggio è troppo basso.

Morale: ma in farmacia che ci sono andata a fare se non conoscono neanche le posologie di semplici farmaci da banco.

PS: Il foglietto illustrativo prescrive per bambini fino a 1 anno: una supposta 2-3 volte al giorno

Vaccinazioni pediatriche e SSN

febbre.JPGQualche mese fa mi sono scontrata con la comunicazione tra uffici ASL in merito alle vaccinazioni pediatriche e alla loro esenzione.

La storia comincia così: telefono per prendere appuntamento e mi dicono che per l’esavalente non ci vuole nessuna prescrizione o pagamento mentre per l’anti-pneumococcica e l’anti-meningococcica (consigliate per chi andrà al nido) si deve pagare un contributo. Questa cosa mi viene confermata anche dal mio pediatra.

Vado a pagare la prescrizione e mi chiedono se ho l’iscrizione al nido di Edoardo. Io rispondo che lo iscriverò a gennaio e l’impiegata mi dice che allora devo pagare perché l’iscrizione deve essere presente all’atto della vaccinazione.

Pago. Quindi porto Edoardo a far vaccinare.
La prima cosa che mi chiede l’impiegata è se manderò il bambino al nido: io rispondo di si ma a gennaio, e lei mi dice che allora non dovevo pagare l’anti-pneumococcica perché l’importante è che lo iscriverò entro l’anno di vita.

La gentile impiegata mi fa compilare un’autocertificazione e poi mi consegna un foglio per ottenere il rimborso di quanto pagato.
Contenta mi reco allo sportello cassa (che si trova in tutt’altro posto e decisamente lontano rispetto all’ambulatorio vaccinazioni) e chiedo il rimborso mostrando il foglio.

La persona allo sportello mi guarda attonita e mi dice che non posso avere il rimborso perché DEVO pagare quella vaccinazione, a loro non risulta nulla di simile.

Dopo una lunga discussione in cui l’impiegata continuava a URLARE che dovevo pagare (ehehe…la privacy) e io continuavo a dirle che avevo pagato ma non avrei dovuto…e la gente continuava a guardarmi male, mi dicono di tornare perché devono accertarsi.

Torno e passo prima all’URP: l’impiegata gentilissima (altrimenti che ufficio relazioni con il pubblico sarebbe?) si reca alla cassa per capire perché non mi abbiano subito rimborsato il dovuto.

Torno alla cassa e l’impiegata (che jella la stessa dell’altra volta) mi URLA di nuovo che non dovevo andare all’URP ma dovevo andare subito da loro che mi avrebbero rimborsato senza problemi.
Finalmente ho ottenuto il rimborso ma farcito da molti rimproveri.

Tutto per colpa di una circolare che non aveva circolato.

Finalmente prono!

Bimbo rotolante

Qualche giorno fa cercando delle informazioni sul sito de La Leche League mi sono imbattuta in questo paragrafo:

I vantaggi biologici del sonno condiviso
McKenna prosegue raccomandandoci di creare degli ambienti di sonno sicuri per i nostri bambini. I bambini possono soffocare, ma non è facile riuscirci: le ricerche dimostrano la capacità del neonato di proteggere la bocca e le narici dall’occlusione. Nel suo laboratorio di ricerca sul sonno, il dottor McKenna e i suoi collaboratori hanno avuto difficoltà ad applicare del cellophane (pellicola) e cotone sul viso di un neonato, perché lui si è difeso in maniera vigorosa. Hanno provato a mettere del cellophane sul suo viso per 20 secondi e poi hanno tentato di infilare del cotone nelle sue narici e ci sono volute due persone per tenerlo fermo perché tentava selvaggiamente di difendere la zona nasale. È una dimostrazione del fatto che i neonati sono strutturati per proteggersi in situazioni di condivisione di sonno, afferma McKenna: è così che hanno vissuto attraverso l’evoluzione, ed è così che vivono in gran parte del mondo.

Me lo aveva dimostrato anche Edoardo che da qualche giorno ha conquistato la posizione prona. La prima volta l’ho trovato che annaspava come un “bacarozzo” e mamma lo ha salvato. Al secondo tentativo è scoppiato in un urlo pazzesco. Poi finalmente ha capito come funziona passare da una posizione ad un altra e non si spaventa più.

Sia l’articolo che l’esperienza, decisamente meno cruenta, vissuta da Edoardo, mi hanno consolato molto: tutte le mamme penso hanno sentito parlare della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) e hanno il terrore che il proprio figlio possa soffocare nel sonno. Ma poi ho anche fatto una considerazione: che fine ha fatto il bambino dell’esperimento?

Ascoltando la radio

Stavo ascoltando Radio 2 e precisamente Fabio e Fiamma il cui argomento di oggi era “lavorare insieme fa bene o male alla coppia?” Ebbene il Procione ha chiamato ma non lo hanno richiamato. Peccato perchè avrebbe potuto parlare in positivo sull’argomento. Fanno molto più notizia (o ilarità in questo caso) le esperienze disastrose come quelle raccontate in trasmissione.
Chi ci conosce sa che ci siamo conosciuti sul lavoro (galeotto un progetto in TelecomItalia durato 5 anni), fidanzati e sposati nel giro di un anno, e coronato il nostro amore con la nascita di Edoardo.
Non abbiamo mai portato i nostri problemi personali sul lavoro. Se c’erano tensioni il fatto di lavorare insieme ci dava la possibilità di prendere un caffè e risolverle più velocemente.
Per dire quanto siamo stati professionali, un nostro collega entrato a progetto avviato, non si era accorto che stavamo insieme finché non glielo hanno detto.
Nonostante cio’ i nostri responsabili ci hanno sempre osteggiato e sono riusciti a separarci… la scusa: motivi di budget. Per la storia lavoriamo separati da due anni 🙁

Ti amo Procione.

In ostaggio

Qualche giorno fa abbiamo dovuto portare Edoardo in ospedale per una visita di controllo. Roma è una città caotica, si sa, ed è la mia città, quindi dovrei sapere che si possono trovare situazioni paradossali come quella che sto per raccontare. Se qualcuno non conosce la zona, l’Ospedale Bambino Gesù si trova sulla strada che porta al Gianicolo, una strada stretta e tutta curve che sale sale sale. Ai lati della strada i parcheggi a pagamento e…. una serie di omini che cercano di spillare soldini facendo parcheggiare le macchine nei parcheggi già a pagamento. Dove possibile fanno anche parcheggiare in doppia fila bloccando le macchine parcheggiate correttamente.

Io, Edoardo e il Procione, detestando questo tipo di anarchia, abbiamo parcheggiato lontanissimo dall’ospedale e lo abbiamo raggiunto cercando di non essere schiacciati da autobus o automobilisti pazzoidi visto che i marciapiedi erano spesso irrangiugibili e siamo stati costretti a camminare in mezzo alla strada.

Non giustifico quelli che accettano di pagare doppia tariffa per non farsi rovinare la macchina o addirittura di commettere una infrazione parcheggiando in divieto, ma capisco che non sempre trovi posto e magari sei una mamma con bimbetto urlante al seguito, in ritardo sull’appuntamento dal medico. Sicuramente ansiosa per merito del pediatra che non voleva agitarla ma le ha consigliato di portare il figlio dal neurologo per controllare lo sviluppo psico-motorio. Lei non sa ancora che il medico riderà di lei e del pediatra ma intanto è in ostaggio dei parcheggiatori abusivi.