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Quella donna non è caduta

Vi ricordate il mio post di qualche mese fa. Come molti sanno sono poi riuscita con la tenacia che mi contraddistingue ad iniziare il 16 settembre 2013 lo stage presso la famosa pasticceria. E qui devo dire che gli chef incontrati a scuola e tutto lo staff avevano ragione. Non è facile entrare in una cucina e farsi accettare. Il nuovo spaventa e le reazioni sono spesso crudeli. Ho passato due settimane tragiche tra vessazioni e vilipendi. Offese sulla scuola da cui provenivo, recriminazioni su tutti i professionisti del settore… insomma che pizza… sono qui solo per imparare.

Purtroppo la realtà supera la fantasia, ma in negativo. Ogni volta che chiedevo la dose di una ricetta mi si diceva che non potevo saperlo. Criticata per come versavo il latte nel grande caldaio, per come tenevo la sac a poche, per la divisa da cuoco che per loro non era necessaria e anzi fuori norma (e con me tutti gli chef del mondo, ovviamente).

Un giorno mi sono scocciata di abbozzare e rimanere nell’ombra e ho detto chiaro (una scena alla taxi driver, ndr) che sapevo di essere un bersaglio e potevano continuare… le cose sono cambiate. Ho iniziato a entrare nella” catena di montaggio” sempre però senza poter accedere  “ai grandi segreti”: le dosi!

Dalle 6.30 tartellette, mignon, babà e savarin, frolle di ogni forma e tipologia, rustici, frittura, costruzione torte e miniporzioni, per finire alle 15 con la formazione dei cornetti, bombe e ciambelle. Per tre mesi sono uscita alle 15.30 senza pranzo (perché loro non usano, ndr)… 9 ore in piedi spizzicando qualcosa quando possibile non visti dal proprietario. Scusate, effettivamente un cappuccino la mattina è permesso!

Mi sono ritagliata un posto nella squadra, ho lavorato molto … poi la mia Cigs è arrivata al termine. La mancanza di un sostegno al reddito non mi permette di fare “volontariato” e così sono andata via, con una pacca sulle spalle, tanti complimenti per essere riuscita ad entrare in un gruppo di lavoro “difficile”, e permettendo a prossimo stagista di alleviare le economie dell’azienda.

Ci ho pensato e ripensato di essere poco disponibile, poco flessibile, insomma mi sono messa in discussione parecchio. Poi riflettendo sulla mia non giovane età, e sul fatto che non mi posso permettere dieci anni di tirocinio (400 euro al mese se ti va bene, a me non è andata così perché la Regione Lazio ha inserito una nota per chi percepisce sostegno al reddito per cui il rimborso non è dovuto, ndr) forse ho fatto la cosa giusta. Ora mi concentro sul mio progetto “Eu’s, il buono fatto bene” e continuo a studiare.

Compleanno all’EutOrto

Chi lo avrebbe mai detto che appena messo piede sulla “nostra” terra avrei deciso immediatamente di festeggiare lì il mio compleanno. Una decisione dettata sicuramente dalla meravigliosa location ma soprattutto dal piacere di stare con i miei compagni contadini che non sono certo da meno.

Il 6 di settembre infatti è nato l’EutOrto la nuova avventura di alcuni lavoratori Agile ex Eutelia che hanno deciso di riparare ai torti subiti facendo nascere qualcosa di buono. In 20 tra cassaintegrati e ancora in servizio ci si incontra (secondo le logistiche personali, ndr) e si lavora fianco a fianco in pieno spirito comunicatario. Abbiamo 2000 mq da coltivare e un uliveto in mezzadria. Un regolamento da rispettare e tante proposte da sviluppare.
Dove? All’Istituto Agrario di Roma in via Ardeatina un paradiso in città.

E’ un progetto che amo molto, e mi dispiace non poter essere più assidua come gli altri contadini perché ancora (per fortuna) in servizio. Ma ogni momento libero è per l’Orto.

Di seguito le immagini di alcune mie produzioni dolciarie e il momento dello “scarta la carta”.

La festa con gli amichetti

Edoardo ha compiuto 4 anni lo scorso 17 maggio.
E’ già da qualche mese che mi chiedeva di invitare i suoi amichetti a casa per giocare. Si pensa sempre che siano piccoli mentre loro a scuola socializzano a livelli “adulti” scambiandosi inviti reciprocamente.

Così per non disattendere i suoi desideri abbiamo deciso di organizzargli una festa, rigorosamente casalinga, perché proprio non sopporto la freddezza dei locali con animazione.
I bambini sono così bravi ad organizzarsi il gioco da soli senza bisogno di un adulto che li indirizzi.

Abbiamo deciso, anche su consiglio della maestra, e viste le dimensioni della casa, di limitare l’invito ai soli amichetti e “liberare” così i genitori per due ore. L’invito parlava chiaro, orario di inizio e di fine con il programma del pomeriggio: film e merenda.
Quindi “Era glaciale 3”, piñata con caramelle e regalini, e catering casalingo:
Mini panini
Rustici
Tramezzini e club sandwinch
Pizza
Patatine (industriali)
Biscotti alla panna
Muffin
Crostata alle fragole
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“Foresta nera” ma riveduta e corretta a misura di bimbo. Quindi non ciliege al liquore ma fragole fresche per decorazione.
All’interno fragole lasciate macerare nel loro sciroppo che ho usato come bagna per il pan di spagna al cioccolato fondente.
I genitori oltre alla libertà hanno apprezzato molto anche la torta.
Quindi grande successo di pubblico e grande riuscita della festa, che ha visto la maestra vegliare sui bambini con dolcezza e fermezza.

Per la storia devo dire che, come da previsione, i bimbi sono stati angeli fino all’arrivo dei genitori, poi è iniziato il vero delirio.

Le Déjeuner sur l’herbe

Erano anni che non passavo il Primo Maggio fuori porta e quest’anno come non farlo con i miei colleghi. Così tutti sotto la sede Eutelia di Arezzo per simboleggiare che il lavoro ce lo hanno tolto e noi non smetteremo di ricordarglielo.

Tra i racconti della manifestazione del giorno prima e qualche boutades abbiamo trascorso una bella giornata, come sappiamo fare da quando è iniziato questo incubo. Perché, come mi piace ricordare a chi non ha retto allo sconforto e si è isolato, stare insieme e condividere è un grandioso antidepressivo.

Il 30 la città è stata solidale e generosa e i colleghi non si sono certo risparmiati. Il 1° è stato il giusto risarcimento per lo stress da manifestazione.
E io dalla mia ci ho messo le coccole dolci: una scatola di muffin alle fragole e al cioccolato che non è durata più di 5 minuti…

.. tanto graditi anche da Edo che non me ne ha dato neanche un pezzetto.

Necessità fa virtù

Ieri pomeriggio all’uscita dall’asilo, mentre i bimbi ancora non contenti, si sfogavano al parco,  anch’io trovavo il mio raccontando delle mie alzatacce ad una mamma. E’ infatti  da domenica, giorno del cambio orario, che la mia “sveglia nano” è settata sulle 3.30 e dintorni .
La mamma in questione mi ha chiesto cosa facciamo a quell’ora la mattina.
Ieri sono riuscita a farlo riaddormentare per un’oretta dopo un’ora di racconti e letture. Oggi?

Ebbene questa mattina l’ho coinvolto nella preparazione dei “deliziosi dolcetti” come ama chiamarli lui (per la storia dei semplici muffin, ndr).

Eccoli sapientemente decorati dalle mani del cuochetto Edo.

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A chi interessa ecco ingredienti e procedimento:
220 gr. di farina
100 gr. di zucchero
120 gr. di burro
120 gr. di latte
1 uovo
un pizzico sale
8 gr. di lievito

Far sciogliere il burro nel latte. Unire un uovo leggermente sbattuto. In una ciotola mescolare farina, zucchero, sale, lievito. A questo composto unire quello liquido fatto di latte, burro, uova.
Riempire i pirottini posti nell’apposita teglia da muffin. Decorare a piacere.
In forno (ventilato) per 20 minuti a 180°.

Le mani in pasta

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Era già da un po’ che desideravo far provare ad Edoardo l’esperienza di creare il proprio cibo. Quale miglior occasione quella del biscottare. Ma sotto le feste non c’è stata la possibilità di organizzarsi con calma, vista la frenesia di produrre biscotti in quantità tale da poter coprire tutti i regalini di Natale. Così ieri pomeriggio, galeotta l’influenza del piccoletto, che come tutti i bimbi non si ferma mai neanche con 40, per farlo rilassare e cambiare attività abbiamo impastato. Io all’impasto lui al taglio.
Eccolo nelle sue pose da vero esperto.

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Finalmente una pausa

Gli ultimi dieci giorni sono stati veramente di passione: Edoardo si è beccato la polmonite. Fortunatamente l’abbiamo scoperto ai primi sintomi e antibiotici, riposo e un po’ di mamma (costretta anche lei a casa con una potente laringite che l’ha lasciata senza voce) lo hanno fatto guarire rapidamente.
Ora sta bene e quindi ho approfittato subito per regalarci una dolce pausa.

Ecco un Cake al limone ritrovato su un vecchio numero del Gambero Rosso tra le ricette di Annalisa Barbagli.

300 gr di farina
250 di burro
250 di zucchero
4 uova a temperatura ambiente
la scorza grattuggiata di 2 limoni non trattati
sale
In forno a 180° per 50 minuti.
(per i plumcakini ridurre a 30 minuti circa)

Siamo piccoli, ma cresceremo

Per la serie piccola è meglio ecco una tortina una trovata sull’ultimo speciale della Cucina Italiana dedicato al cioccolato.
Ero a casa in “dolce” far niente e le ho preparate per la pausa caffé.

Tortine morbide al gianduia (dose per 6)

100 gr. di cioccolato gianduia
100 gr. di burro
75 gr. di zucchero semolato
75 gr. di nocciole tritate
30 gr. di fecola
3 uova

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato spezzettato con il burro. A parte mescolare tuorli e zucchero, fecola e nocciole tritate. Unire il misto di burro e cioccolato fusi. Dopo aver montato gli albumi a neve con un pizzico di sale aggiungerli lentamente all’impasto.
Imburrare gli stampini (io ho usato quelli al silicone e non ho imburrato), spolverizzarli di zucchero di canna e riempirli con l’impasto.
In forno a 180° per 15 minuti circa.
Sfornare e mangiare tiepidi o anche freddi. Comunque mangiare.

Continuiamo così, facciamoci del male

Fine settimana zuccheroso a rischio coma diabetico.
Abbiamo cominciato sabato con una sessione a quattro mani di crepes alla nutella o marmellata di arance amare. Poi per i bimbi ho fatto un po’ di muffin con pere e cioccolata.
Per la storia devo dire che le crepes di Marco erano migliori perché più sottili.
Domenica invece sono riuscita a realizzare il Kugelhopf la cui ricetta è stata gentilmente offerta da La ciliegina sulla torta.
Ecco le foto scattate da Giorgia e Marco prima del “massacro”.