Babbo Natale è una brava persona

Edoardo ha aspettato con ansia l’arrivo di Babbo Natale.
Gli ha scritto una letterina molto dettagliata in cui gli chiedeva un serpente morbido contraccambiando con informazioni sul suo stato di salute e abitazione. Il tutto infiocchettato con buone intenzioni per il futuro. Poi lo ha descritto a chiunque gli chiedesse cosa aveva chiesto a Babbo Natale come una persona simpatica e generosa:decisamente una brava persona. Beh Edo ha ricevuto una valanga di regali desiderati e non ma comunque di interesse: due giochi Sfida la piovra e Monster Maker, un triceratopo, un brachiosauro in scala grande e uno piccolo tutto della Schleich, un libro sui dinosauri, un libro di fiabe e un prescolare, due Sapientino, una macchina rumorosissima. Niente serpente morbido perché da Ikea era finito ma Edo ha conservato la sua opinione su Babbo Natale.

Mamma dal canto suo non può pensarla diversamente perché ha ricevuto grandi cose per le sue principali passioni: cucina e scrittura. Quindi il mitico e rossissimo KitchenAid e “niente popó di meno che” l’iPad, con dedica d’amore “a fuoco” sul retro. Il primo è arrivato in anticipo per concludere i dolci pensieri natalizi solidali, il secondo solo ieri. Ma Babbo Natale è comunque una brava persona.

In controtendenza

Mentre mamma era presa a vendere i prodotti dell’EutOrto al loro primo mercatino biologico, papà Procione e l’Edoardo si recavano al ristorante.

La loro scelta è caduta sul cinese in direzione opposta alle scelte materne ormai orientate sul biologico.
Oltre alle cineserie riportate (calendario e macchinina tagliaunghie, orribile!!!) mi hanno inviato una meravigliosa cartolina ricordo probabilmente per farmi sopportare la scelta. Belli de mamma!

La felicità è…

… correre in una pozzanghera!

Ieri, giorno di pioggia torrenziale, ho deciso di portare Edo a fare un giro all’Agrario, dove mamma coltiva insieme ai suoi compagni di sventura sogni di agricoltura.

Ci siamo armati di galosce: con gli occhietti per lui, classiche da contadino per me.

Le mucche e i cavalli, suoi amici animali, hanno avuto sicuramente un peso nella passeggiata… ma vuoi mettere le pozzanghere con il fango!


Il Signor Niente

Così si chiama l’amico immaginario di Edoardo. E’ nato dalla sua pancia, probabilmente dalla famosa porticina… E’ molto discreto, non si fa notare, è arrivato all’improvviso. A piccoli passi e ogni tanto affiora nei racconti.

Trovo che il nome sia bellissimo, Il Signor Niente, quantomeno realistico. In fin dei conti non esiste. O no?

Edo Potter

Halloween è alle porte ma a scuola di Edoardo si festeggia in anticipo… perché non si perde mai l’occasione. Quest’anno quasi tutti i genitori hanno puntato su streghe e stregoni in pieno clima horror/festaiolo.

Ma noi nel costruire il costume lo stregone si è trasformato in maghetto… e il passo dalla citazione è stato breve.
Ecco il nostro “Edo Potter”.

Richieste inevase

Come molti bimbetti anche Edo sottopone i genitori a continue richieste di nuovi giocattoli o oggetti che lo attraggono.

La strategia applicata in casa è dissuaderlo dal desiderio facendolo riflettere sui beni in suo possesso.

Ieri guardando il catalogo Lego ha iniziato a scegliere ed io prontamente mentivo sull’età consigliata per il giocattolo:  “No amore questo è per bimbi piccoli”… (o al contrario troppo grandi, pensando di essere astuta ad indirizzarlo su oggetti che già possiede così da risolvere il problema).

Ma si sa, la vera astuzia è dei piccoli perché candidamente mi ha risposto:
“Mamma allora fai un fratellino!”
Panico. “Ehm…”
“Mamma è semplice basta che apri la tua porticina…”

Procione ancora ride… ed io resto arrampicata sugli specchi!

In poche parole… contadine.

Domenica è quasi il tramonto. Ci aggiriamo per l’Istituto tra gli edifici chiusi. Silenzio.
Abbiamo trascorso tutto il giorno piegate sulla terra ad estirpare erbacce, eppure… siamo serene, soddisfatte, per niente stanche.
Forse domani mattina sentiremo qualche muscolo farsi avanti e rivendicare riposo. Ma ora il momento è nostro.
I pini sopra di noi e l’aria fresca della sera, a tenerci compagnia insieme alla consapevolezza di “contadine”.
Possibile basti così poco per essere felici.

Dedicato a Gloria, instancabile amica e compagna di viaggio dell’Eutorto e oltre.

E’ possibile avere un mondo migliore?

Edoardo ultimamente confronta spesso realtà e fantasia, soprattutto quando lo colpisce qualcosa, che siano personaggi negativi dei cartoni o animali strani che vorrebbe incontrare. Me lo fa notare dicendomi, a volte tirando un sospiro di sollievo a volte con rammarico, che quella cosa non esiste nel SUO mondo.

Sarà passato per la testa di tutti i genitori la volontà di avere per il proprio figlio un mondo “migliore”. Non voglio neanche pensare così in grande vorrei che il paese in cui viviamo fosse “migliore”.
L’Italia si è rotta ci diciamo spesso a casa ma io vorrei lasciare una eredità diversa a mio figlio.

Le generazioni che ci hanno preceduto si sono arrese. Molti di quei figli del ’68 (o giù di lì) ora sono rassegnati, si fanno scivolare addosso la vita con frasi alla “tanto è così”.

Ma per me la rassegnazione è morte!

Non possiamo sperare che ci pensino i nostri figli a cambiare il mondo. Sarò un’illusa ma penso che si possa reagire. Non con atti eclatanti ma con piccoli gesti quotidiani.

Ieri sono stata ferita a morte quando, parlando con un ex attivista, sono stata portata ad esempio dell’inutilità di lottare riferendosi al fatto che nonostante ciò probabilmente perderemo il lavoro. Il tutto condito da frasi di “contentino” tipo: “Tu sei fortunata perche sai reagire, hai la forza per farlo”.

Ma che vuol dire?
Non si deve mica “spaccare il mondo”, ma si può far rispettare i propri diritti, con forza e determinazione. Devo crederlo… altrimenti c’è solo disperazione.

Cosa c’entra questo con Edo e il suo futuro?
Mi auguro vivamente di non rassegnarmi mai alla disgregazione culturale del mio paese. Mi auguro di non essere solo un fuoco di paglia e di accompagnare mio figlio verso… un mondo migliore!

Compleanno all’EutOrto

Chi lo avrebbe mai detto che appena messo piede sulla “nostra” terra avrei deciso immediatamente di festeggiare lì il mio compleanno. Una decisione dettata sicuramente dalla meravigliosa location ma soprattutto dal piacere di stare con i miei compagni contadini che non sono certo da meno.

Il 6 di settembre infatti è nato l’EutOrto la nuova avventura di alcuni lavoratori Agile ex Eutelia che hanno deciso di riparare ai torti subiti facendo nascere qualcosa di buono. In 20 tra cassaintegrati e ancora in servizio ci si incontra (secondo le logistiche personali, ndr) e si lavora fianco a fianco in pieno spirito comunicatario. Abbiamo 2000 mq da coltivare e un uliveto in mezzadria. Un regolamento da rispettare e tante proposte da sviluppare.
Dove? All’Istituto Agrario di Roma in via Ardeatina un paradiso in città.

E’ un progetto che amo molto, e mi dispiace non poter essere più assidua come gli altri contadini perché ancora (per fortuna) in servizio. Ma ogni momento libero è per l’Orto.

Di seguito le immagini di alcune mie produzioni dolciarie e il momento dello “scarta la carta”.

E salirò…

Andar per boschi e valli in Südtirol con un bimbetto cittadino non è una attività delle più semplici. Quindi un percorso mediamente semplice in val di Funes come quello che da Malga Zannes (mt 1680) porta alla malga Gampen (mt 2062) per un dislivello di circa 400 metri, invece di percorrerlo in 1 ora abbondante… per noi con sasso al seguito ce ne sono volute 3.

Nonostante Edoardo si sia dimostrato di buona gamba, il suo interessamento al mondo circostante lo ha fatto rallentare e fermare infinite volte. Ogni sasso, ruscello, bastoncino di legno, fungo, insetto… e chi più ne ha più ne metta … era un’occasione per fermarsi.

Io da parte mia me ne andavo avanti cercando di mantenere una andatura rispettabile. Ma poi mi fermavo ad aspettare i miei uomini, sotto gli sguardi attoniti dei camminatori locali, al sopraggiungere dei sensi di colpa.

Ma fare da apripista era sicuramente un ruolo più adatto a me perché altrimenti rischiavo di spronare bruscamente Edoardo e sono convinta che per incoraggiare un bambino sui percorsi montani non sia produttivo annoiarlo con continui richiami.