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Capricci o necessità

Quattro mesi senza stipendio, 46° giorno di presidio, tante manifestazioni e tavoli alle spalle e tanta lotta ancora davanti.

E ogni tanto mi vorrei abbozzolare e piangere… e strillare e fare i capricci come fa Edoardo, con quelle manine sugli occhi e le lacrime che scorrono. E battere i piedi e strillare “voglio il mio stipendio, voglio il mio lavoro, voglio la mia vita”. Perché per quanto possa ammettere che nonostante questa esperienza orribile ci abbia arricchito a livello umano, che quel legame creato all’interno del presidio sia qualcosa di indimenticabile, tutti vogliamo tornare alla nostra vita. E ogni tavolo istituzionale si carica di aspettative sempre più grandi e ogni volta torniamo a casa sempre più amareggiati.

E mi capita ahimé di non sopportare più nulla neanche un rumore tantomeno “la stupidera” di Edo. Entro a casa che ormai è un vortice di disordine e guardo oltre. Qualsiasi cosa se non riesce al primo colpo mi fa saltare i nervi. Insomma sono a pezzi, ma sfodero sempre un sorriso quando mi qualcuno mi chiede: ma tutti e due senza stipendio!… ma come fate?

Non scrivo da un po’ perché…

Perché questo è un momento un po’ difficile per la nostra famiglia. La società per cui lavoriamo ha aperto la procedura di licenziamento per 1192 su 1880 e gli animi non sono dei più sereni. Il 22 ottobre mentre aspettavamo ancora di ricevere lo stipendio di agosto (mai arrivato) abbiamo ricevuto invece la lettera di licenziamento. Così per risposta il 28 la sede di Roma è stata occupata così come quella di Pregnana Milanese (Milano) dal 3 novembre.
Si è cercato di arrivare all’attenzione delle istituzioni e dei media con tanta fatica perché mantenere un presidio attivo non è semplice. I primi giorni quasi nulla: Anno Zero ci ha nominato nel mucchio delle aziende in crisi, Ballarò ha filmato due ore il presidio e ha mandato 5 minuti di servizio affogato in un contesto che non è del tutto la nostra realtà. (Noi siamo vittima soprattutto di una cattiva gestione. E non voglio aggiungere altro, ndr). Poi l’occupazione di Milano ci ha portato sul TG3 nazionale. Poi tutto tace.
Ma ecco improvvisamente la botta di fortuna (nella sfortuna): all’ex AD gli parte la brocca e viene a fare un raid all’alba per stanarci dalla SUA sede.
E così siamo su tutti i giornali e in tutti i TG almeno per un paio di giorni.
Ora c’è un continuo pellegrinaggio di giornalisti che scattano, riprendono, intervistano. Sembra quasi un pellegrinaggio (dice una mia collega). Forse anche loro aspettano un miracolo. Come noi. Che continuiamo ad aspettare che venga aperto un tavolo alla Presidenza del Consiglio. Che continuiamo ad aspettare i nostri stipendi.
E intanto continuiamo a gestire questa crisi all’interno delle nostre famiglie. Che sono quelle che rischiano di più, perché si rischia di far ricadere sui familiari le tensioni accumulate.
Edoardo è troppo piccolo per comprendere totalmente i motivi della protesta ma glielo abbiamo spiegato lo stesso. Così quando il fine settimana andiamo insieme al presidio lui in macchina canticchia: «vogliamo i soldini, vogliamo i soldini. Per comprare il gelato …. al cioccolato». Beata ingenuità.

Necessità fa virtù

Ieri pomeriggio all’uscita dall’asilo, mentre i bimbi ancora non contenti, si sfogavano al parco,  anch’io trovavo il mio raccontando delle mie alzatacce ad una mamma. E’ infatti  da domenica, giorno del cambio orario, che la mia “sveglia nano” è settata sulle 3.30 e dintorni .
La mamma in questione mi ha chiesto cosa facciamo a quell’ora la mattina.
Ieri sono riuscita a farlo riaddormentare per un’oretta dopo un’ora di racconti e letture. Oggi?

Ebbene questa mattina l’ho coinvolto nella preparazione dei “deliziosi dolcetti” come ama chiamarli lui (per la storia dei semplici muffin, ndr).

Eccoli sapientemente decorati dalle mani del cuochetto Edo.

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A chi interessa ecco ingredienti e procedimento:
220 gr. di farina
100 gr. di zucchero
120 gr. di burro
120 gr. di latte
1 uovo
un pizzico sale
8 gr. di lievito

Far sciogliere il burro nel latte. Unire un uovo leggermente sbattuto. In una ciotola mescolare farina, zucchero, sale, lievito. A questo composto unire quello liquido fatto di latte, burro, uova.
Riempire i pirottini posti nell’apposita teglia da muffin. Decorare a piacere.
In forno (ventilato) per 20 minuti a 180°.

Tra gioie e dolori

Anche quest’anno il mio compleanno è arrivato in un momentaccio: se l’anno scorso non avevo voglia di festeggiare perché eravamo stati messi in contratto di solidarietà (orario e stipendio ridotto) quest’anno sono ormai due mesi che non ci pagano con motivazioni al limite dell’inverosimile. Ma non vi voglio rattristrare. Certo non ero in vena di preparare pranzi e pranzetti con torte al seguito. Ma fortunatamente esiste una meravigliosa mamma (nonché nonna) che non ha perso occasione per festeggiarmi. Ah la mia mamma!

In realtà questo post voleva essere un elogio allo gnappo che mi ha fatto un magnifico regalo. Nei giorni scorsi (giorni di mobilitazioni e manifestazioni di piazza per il nostro posto di lavoro) Edo ha avuto un febbrone allucinante che ha raggiunto quota 40,7.  Non sapendo come abbassargli la temperatura tra una dose di antipiretico e l’altra ho pensato di spogliarlo e togliergli anche il pannolino (che tiene solo durante la notte). Ebbene contro ogni buon senso e aspettativa (normalmente quando si abbassa la temperatura si tende a produrre più pipì) Edoardo si è controllato e mi ha avvisato dell’urgenza anche durante il sonno. Lo spannolinamento è terminato con successo. Quanto mi basta poco per essere felice.

PS: Speriamo che Edo continui così senza scherzetti notturni, e soprattutto che noi e le altre 2200 famiglie coinvolte in questa vicenda lavorativa possano trovare soluzioni senza ulteriori “scherzetti” da parte dei datori di lavoro e/o delle istituzioni. Per ora non abbiamo avuto fortuna e anche i media non ci hanno degnato di molta attenzione. Confido sulla forza della rete!

Maledetta Dora

Una mattina di agosto mi sono svegliata e digitando 602 sul decoder sky trovo una sorpresa: RaiSat YoYo non c’è più. Al suo posto Nick jr.
Sono le 6 del mattino magari ho sbagliato a digitare penso…. invece no… niente La Pimpa… al suo posto The Backyardigans (gli Zonzoli in italiano).
backyardigans024

Devo dire che è molto carino, perché in ogni episodio, il gruppo di amichetti  (Pablo il pinguino, Tyrone l’alce, Uniqua la formica, Tasha l’ippopotamo, Austin il canguro) giocano ad una avventura, come quelle che potrebbe inventare qualsiasi bimbetto tra i 3 e i 5 anni, e la concludono quando hanno voglia di far merenda. Il tutto condito da canti e balli in puro spirito anglosassone.

E fin qui la “sostituzione” potrebbe averci guadagnato il brutto è che sullo stesso canale fanno anche Dora l’esploratrice. Un vero delirio. E sfortuna vuole che a Edo piaccia tantissimo. Così come fu per i Teletubbies, che fortunatamente hanno perso rapidamente di interesse, anche questo cartone cosiddetto interattivo monopolizza l’attenzione del bimbo. Questa tipologia di programmi oltre a durare troppo ripetono continuamente lo stesso concetto in modo che l’infante sia completamente irretito. A questo punto io spengo la tv. Anche perché rischio spesso di fare tutto il viaggio in macchina e metropolitana continuando a canticchiare gli insopportabili motivetti.

dora

Lo so di essere probabilmente una mamma degenere quando la mattina alle 6 accendo la tv insieme a mio figlio e ci svegliamo lentamente sorseggiando il nostro latte sul divano. Ma poi tutto il giorno lui a scuola e io al lavoro trascorriamo le successive 12 ore in altre faccende affaccendati.
E poi a mia discolpa posso dire che ci abbrutiamo sempre insieme.

Ikea = oracolo

Apro un vecchio numero della rivista per i soci Ikea e leggo:

“I bambini non sono felici senza qualcosa da ignorare. Ecco perché sono stati creati i genitori”. Odgen Nash

Avevo appena smesso di chiedermi perché Edoardo non desse risposta al mio richiamo.
Quando lo riprendo per qualche attività non lecita continua imperterrito come se fossi invisibile.

Il mio Procione dice che eccedo nel richiamo e così lui si è desensibilizzato. Io penso che sia un altro dei sintomi della crescita repentina tanto che oggi la sua maestra mi ha confermato che anche con lei fa l’indifferente quando lo rimprovera.

In verità sono un po’ di giorni che sembra reagire solo al bu-bu fermo del padre. Che fortuna ‘sti padri!